L’implantologia è una tecnica chirurgica a bassa invasività che consente di sostituire le radici dentarie ormai perse e quindi di ripristinare un sorriso armonico e naturale; eliminando il ricorso a protesi rimovibili e il sacrificio di denti sani che vengono ridotti di  dimensioni per fungere da pilastro di ponte; nonché di fungere da ancoraggio per protesi totali o parziali scongiurando così per sempre il problema della scarsa tenuta nei soggetti edentuli.

Sono invisibili perché sono inseriti nell’osso e hanno dimensioni variabili in lunghezza e larghezza al fine di poter simulare al meglio le dimensioni delle radici naturali.

Sono fabbricati in titanio (regolarmente utilizzato per protesi ortopediche ecc.), materiale biocompatibile per eccellenza.

Dopo il suo inserimento nell’osso, l’impianto necessita di un tempo di guarigione definito periodo di “osteointegrazione”, che può essere variabile (fattori intrinseci all’ospite: qualità ossea, stile di vita, malattie sistemiche ecc.; fattori estrinseci all’ospite: tipologia di superficie implantare, manualità dell’operatore ecc.) ed al quale farà seguito la protesizzazione (inserimento di pilastro e  corona).

È sempre necessario eseguire un’accurata anamnesi del paziente per accertare eventuali patologie che sconsiglino l’intervento (osteoporosi, coaugulopatie gravi, diabete scompensato ecc.).

Si deve eseguire un esame radiografico mediante una TAC CONE BEAM, con un’analisi computerizzata per misurare esattamente lo spessore e l’altezza dell’osso a disposizione.

Operatori, paziente, ambiente devono essere a norma dal punto di vista igienico e tutto lo strumentario deve essere completamente sterile.

Studi longitudinali di oltre 20 anni, effettuati in Svezia e negli Stati Uniti, hanno dimostrato che gli impianti possono essere considerati una terapia di grande successo avendo una sopravvivenza compresa tra l’85 ed il 93%, però considerando che tutti i procedimenti sopra elencati presentano numerose variabili ogni caso va adeguatamente valutato e programmato.